Line-up da paura per la serata di ieri al Legend Club di Milano per il Superblossom tour dei Silent Planet, accompagnati da Like Moths To Flames, Vexed e Avoid.
Avoid
Già dalla prima canzone gli Avoid ci fanno capire di che pasta sono fatti: riff potenti, energia allo stato puro, voce graffiata, breakdown azzeccati ma anche momenti melodici che si avvicinano al pop-punk e un’allegria contagiosa. Il pubblico riempie quasi tutta la parte centrale del locale e si lascia trasportare dagli incoraggiamenti della band ad aprire mosh e circle pit. Piano piano la gente entra e l’affluenza si fa sempre più costante, oltre le mie aspettative per questo concerto. C’è da dire che sicuramente è iniziato al meglio con questa band che ha portato un’ottima interpretazione del metalcore attraverso canzoni moderne che passano da ritornelli quasi rock, melodici a breakdown e riff pesanti che ogni tanto strizzano l’occhiolino al nu metal.

Vexed
I Vexed sono saliti sul palco e ci hanno travolte come un tornado. I riff e i ritmi delle canzoni sono così coinvolgenti che il pubblico non ha bisogno di esortazioni, la scaletta procede liscia e uniforme tra growl, ritornelli con qualche cantato pulito e breakdown che non lasciano un secondo per respirare e a mio avviso sono un degli elementi che li contraddistinguono a livello di qualità. Molto interessante la scelta dell’effetto eco sul cantato melodico di Lay Down Your Flowers (registrata assieme ad Alpha Wolf) che per qualche secondo ha creato un’atmosfera evanescente tra tutta questa energia e il ritmo quasi hardcore dell’inizio di Fake che hanno creato piccole parentesi tra canzoni che potrebbero risultare molto simili tra loro.
Ho apprezzato le osservazioni politiche della cantante sul lasciare spazio nell’industria musicale, specialmente del metal, alle figure femminili sia sul palco che sotto senza moralismi e finto perbenismo – argomenti sui quali si è espressa anche in alcune interviste.

Like Moths To Flames
Il locale è gremito e c’è molta più gente di quanta non ce ne sarà per gli headliner. I Like Moths To Flames non passavano dall’Italia dal 2013 e probabilmente molte persone ne sentivano la mancanza; loro stessi non si ricordano com’era stata l’ultima volta che erano passati di qui ma si ricordano che erano una band diversa e, a detta del cantante, terribile e sono contenti che abbiamo potuto vederli ora che sono una versione migliore. Infatti da qualche anno a questa parte la qualità delle composizioni del gruppo statunitense si è profondamente elevata stratificandosi grazie a riff ben costruiti che ogni tanto toccano il djent, ritmiche strutturate e alternanza di scream e canto melodico.
La partecipazione è evidente, tanto che lo stesso frontman si è sorpreso che cantassimo le parole di alcune canzoni e ci ha allietati con qualche siparietto divertente di racconti personali, chiacchiere e piccole interazioni col pubblico.

Silent Planet
L’esibizione dei Silent Planet è stata molto interessante e particolare: ricca di momenti diversificati che hanno toccato punti di energia e carica e parentesi ambient con sonorità post-rock. Questo concerto è stato un viaggio attraverso il racconto di una storia che parla di rabbia ma anche di consapevolezza e crescita personale. Sicuramente l’incidente avvenuto qualche anno fa mentre erano sul tourbus ha influenzato il modo in cui il gruppo si esprime musicalmente e il tipo di messaggi espressi dai testi, che spesso sono interpretati dal cantante come un monologo teatrale e portano dei messaggi molto belli come quello fatto verso la chiusura del concerto. Il frontman ha espresso la preoccupazione per il crescente diffondersi del fascismo negli Stati Uniti puntando l’attenzione sul non farsi dividere da differenze di lingua, cultura, orientamento sessuale etc e rimanere connessi in quanto esseri umani.

Comments are closed.