Mark era un tipo solitario, un omaccione buio e inquietante ma che in realtà nascondeva problemi e fragilità comuni a tutti gli angeli di quella città smeraldo.
Lanegan non era un musicista ma amava la musica, che considerava il suo porto sicuro dove attraccare la sua anima irrequieta dopo un mare in tempesta che era la sua quotidianità .
Le cuffie e il walkman fissato nei jeans strappati, erano la sua arma per guardare il mondo da un punto di vista differente.
Quella musica che entrava nel corpo era il suo scudo, differente da quella velenosità che dopo un po’ andrà a iniettarsi nelle vene e che diventerà la sua protezione, nonché via di fuga dalla realtà .
Mark era un teppista buono.
Gli Screaming Trees nacquero nel 1984, a loro va riconosciuto che furono uno dei primi gruppi che iniziarono, all’epoca, a proporre qualcosa di diverso e di originale che poi prese il nome di grunge.
Nonostante ciò, gli Screaming Trees non hanno mai suonato Grunge (ammesso che possa definirsi un genere!).
Nel 1990, riuscirono a firmare per la Epic, e pubblicarono “Uncle Anesthesia”, un disco, seppur ottimo, che non ottenne il successo sperato.
L’anno seguente (1991) il mondo intero restava scioccato dalla bellezza di “Nevermind” pubblicato dai Nirvana, quindi per forza maggiore i nostri scivolarono nel dimenticatoio, e furono ingiustamente snobbati.
Lanegan e soci, però, riusciranno a riprendersi la scena nel 1992 grazie alla pubblicazione di “Sweet Oblivion”, una piccola gemma impreziosita anche dai pezzi “Nearly Lost You” che faceva parte della colonna sonora del film “Singles”, e la successiva “Dollar Bill“ .
Il lungo tour che porto sul palco questo lavoro, smascherò i problemi interni al gruppo, che li portò inesorabilmente a decidere di comune accordo ad un periodo di pausa, che durò fino al 1996 anno in cui la band diede alla luce Dust.
La rabbia punk e la psichedelia vengono abbandonate in Dust, in favore di un approccio piùblues e folk. In questo lavoro Lanegan ha una qualità melodica grandiosa accompagnato da tantissimi strumenti che rendono unico ancor di piùl’arrangiamento. Questo può essere definito come il disco della maturità , non presenta difetti ne momenti di calo. Nonostante tutto non riuscì a bissare il successo di “Sweet Oblivion”.
Dopo questo lavoro, seguì una lunga pausa, fatta di finte promesse per lavori in corso sulla stesura di nuovi pezzi. Mark si prese tempo ulteriore per lavorare al terzo disco da solista, è solo nel 1999 i ragazzi si riunirono.
Ma le prove per il nuovo album degli Screaming Trees naufragarono e nel 2000 la band si sciolse.
Dust può considerarsi il testamento, o il canto del cigno, degli Screaming Trees. Seppur il sipario si cala su un album eccelso, resta l’amaro in bocca, sia perché nonostante l’esplosione di quello che fu il grunge pochi hanno considerato all’epoca questa band, e sia perché le potenzialità del gruppo erano davvero tante e avrebbero potuto sfornare tanti altri lavori stupendi nel tempo e chissà , influenzare nuovamente la scena musicale.
Ieri la triste notizia ha investito tutti con una violenza d’urto pazzesca. Il lascito di Mark, è immenso e ancora oggi tutto da scoprire e forse da rivalutare.
Un uomo che è caduto negli inferi della dipendenza, avendo la fortuna e la forza di riprendersi la vita quando sembrava sfuggire.
Un uomo come tanti che ha avuto la sfortuna di assistere alla morte di gran parte dei suoi amici.
Un uomo che ha vissuto a mille la città smeraldo e poi ha decelerato, spegnendo il motore quando ancora tutti volevano che accelerasse.
Ma essendo spettatori, nulla possiamo fare, e non ci resta che alzarci dalla poltroncina di questo favoloso teatro dove l’arte si intreccia con il suono, e girare le spalle, per uscire, forse per sempre.
Addio MARK.
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