Era l’anno 2005 quando i Crashdiet catturarono l’attenzione di fan e addetti ai lavori con “Rest In Sleaze”, un album destinato ad entrare nella storia della musica sleaze rock di stampo scandinavo. Li ho sempre considerati una delle pietre miliari del genere, una band, ahimè, alquanto sfortunata.

Dopo la scomparsa del leader fondatore Dave Lepard e l’esperimento fallito con Olli Herman (che allora si faceva chiamare Olliver Twisted), la band sembrava aver trovato la sua dimensione con l’ingresso alla voce dello sfrontato Simon Cruz, con cui ha pubblicato due album, prima che anche lui abbandonasse il progetto nel 2015. La band sembrava ormai finita, tre anni di silenzio, interrotto qualche volta dalle newsletter di Peter London con cui comunicava che la band era ancora viva ma questo silenzio non lasciava presupporre nulla di buono.

Finché, finalmente, sul finire del 2017 quello che a molti è parso un miracolo: i Crashdiet presentano il nuovo cantante, il giovane e sconosciuto Gabriel Keyes. Sconosciuto ai più, io in realtà  lo avevo visto esibirsi con la sua band precedente in Svezia, i Perfect Crime, dove militava anche un nostro conterraneo, Diego Divizia, ex Skull Daze. Non avevo realizzato il tutto se non quando è stato proprio lo stesso Gabriel a farmelo notare: allora aveva i capelli neri, un ragazzo giovane (se oggi ha solo 24 anni all’epoca ne avrà  avuti forse 20) ma con una gran carica e ricordo una gran bella voce. Gabriel viene presentato con il singolo “We Are The Legion” e poco dopo viene annunciato il primo show della nuova formazione, venerdì 30 marzo 2018 al Kà¤gelbanan di Stoccolma. Visto il legame stretto con la band sono stata invitata personalmente al concerto, che non mi sarei comunque persa per nulla al mondo. E quando sono stati annunciati gli Shiraz Lane come band di supporto il mio cuore ha avuto un sussulto.

I “piccoli patatini finlandesi”, come sono solita chiamarli, hanno pubblicato un album che entra di diritto nella top 10 delle migliori uscite del 2018 (trovate la recensione QUI). “Carnival Days” è un album completo, con sonorità  nuove e diverse in ogni brano, dove spicca il talento dei cinque giovani musicisti. Ero davvero curiosa di sentire i brani live e sono stata accontentata da una setlist composta principalmente dai brani estratti da quest’album. La carica e l’energia del set sono coinvolgenti, il pubblico partecipa attivamente, in molti cantano i testi insieme ad Hannes, carismatico leader di una delle piùpromettenti band del panorama attuale.

Shiraz Lane setlist:

Carnival Days – The Crown – Tidal Wave – War Of Mine – Shot Of Life – Gotta Be Real – Harder To Breath – Mental Slavery – People Like Us

Il concerto degli headliner provoca un susseguirsi di emozioni difficili da trascrivere in parole per qualcuno che è particolarmente vicino e legato alla band, col rischio di sembrare di parte. Io l’ho vissuto con la pelle d’oca dal primo all’ultimo brano e posso assicurarvi che finalmente siamo di fronte a una band con un cantante degno di questo nome. Senza nulla togliere ai precedenti (ed escludo Dave, non avendo mai avuto l’opportunità  di vederlo in sede live), ma Gabriel sembra essere nato per far parte del quartetto, ben si amalgama alla formazione e canta dalla prima all’ultima nota senza sbagliare un colpo. La setlist ripercorre i piùgrandi successi della band, brani come “Tikket”, “Riot in Everyone”, “Chemical”, “It’s A Miracle”, “Beautiful Pain”, “Die Another Day”, “Generation Wild”. E persino nelle note piùalte la performance del nuovo cantante è da 10 e lode. Cosa dire del resto della band? L’attenzione sarà  anche concentrata sulla new entry ma non dimentichiamo gli altri tre talentuosi musicisti che conosciamo bene: Martin Sweet alla chitarra, Peter London al basso ed Eric Young alla batteria. Una band che negli anni è cresciuta e maturata e finalmente appare coesa e compatta.

Un vero successo, insomma, la band intraprenderà  un tour a breve che toccherà  anche l’Italia per un’unica data il 25 Aprile al Legend Club di Milano. Se non avete già  il biglietto, compratelo al piùpresto. Non vorrete certo non essere parte di un pezzo di storia della musica moderna con il ritorno che tutti noi aspettavamo con ansia.

Photogallery a cura di Alexandra Pajak, che ringraziamo per la collaborazione.

Crashdiet Setlist:

Tikket – Riot In Everyone – Queen Obscene – Falling Rain – Chemical – It’s A Miracle – Die Another Day – We Are The Legion – Down With The Dust ”“ Encore: Breakin The Chainz – Blues Jam + Cocaine Cowboys – Beautiful Pain – XTC Overdrive – Generation Wild

 

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