Mi fermo nella capitale anche questa volta e sono molto contento di incontrare Moreno Sangermano e Fabio Valentini, rispettivamente voce e chitarra dei GHOST ON MARS. Nel 2024 è stato pubblicato il debut album OUT OF TIME AND SPACE e di questo lavoro e di tanto altro ancora abbiamo parlato con i due musicisti…

Ciao ragazzi. Prima di tutto benvenuti su Long Live Rock’n’Roll. E’ un piacere ospitarvi. Come state?

Fabio: Ciao Francesco! Il piacere è tutto nostro, grazie per la vostra ospitalità. Stiamo alla grande!

Vi andrebbe di presentarvi ai nostri lettori? Quintetto formato nel 2019 a Roma e in quell’anno anche la pubblicazione del vostro primo EP… poi la vostra personale versione di ‘Hey You‘ dei Pink Floyd e poi il primo album del 2024 OUT TIME AND SPACE… avrò di certo saltato qualcosa. Questa è una sintesi piuttosto sbrigativa a proposito di voi. Mi sa che c’è tanto da aggiungere vero?

Moreno: Di sicuro la breve attività discografica pubblicata non corrisponde ai sacrifici e alle difficoltà che abbiamo dovuto affrontare.

La ricerca di uno stile musicale ha richiesto tantissimo tempo e numerosi fallimenti: decine di brani scartati, riff e linee vocali cestinati perché non erano abbastanza convincenti… insomma un lavoro di perfezionamento e di ricerca continui, quello che possiamo ascoltare oggi, tuttavia, è il risultato, del meglio che potevamo fare in quel momento.

Siete tutti musicisti con un passato e un presente che vi vede essere parte di altre band e la vostra vita artistica si è incrociata per caso o volutamente?

Fabio: Il sottoscritto, Valerio Lippera (basso) e Andrea Alberati (batteria), sono tutti ex membri dei Lykaion, band che ha all’attivo un paio di album; dalle ceneri di quel progetto è nata questa nuova band. La ricerca di un cantante ci ha bloccati per qualche tempo… quindi a dirla tutta i GHOST ON MARS nascono addirittura un paio di anni prima del 2019. Poi c’è stato l’ingresso di Moreno Sangermano nella band, anche lui ex componente di due band con un paio di album all’attivo (Layra e Reversal Symmetry) e infine quello di Andrea Mataloni (Black Therapy) alle chitarre, che ha preso il posto di Francesco De Honestis con il quale avevamo registrato il primo EP ‘Lost Signals’, nel 2019.

Dicevo in precedenza a proposito della cover dei Pink FLoyd ‘Hey You‘. La vostra versione mi è piaciuta molto così come il video che avete pubblicato, particolare e profondo. Complimenti… Ci parlate del perchè di questa scelta e la storia che avete voluto raccontare?

Moreno: Grazie! Nel momento esatto in cui abbiamo deciso di affrontare una cover dei Pink Floyd hanno iniziato a tremarci le gambe: sapevamo che avremmo attraversato un campo minato e sarebbe bastato davvero poco per farci fuori da soli. Abbiamo fatto un bel respiro e abbiamo riscritto il brano stravolgendolo del tutto, utilizzando il nostro sound per reinterpretarlo.

Abbiamo cambiato anche il significato del testo pur mantenendo la filosofia del concept da cui proviene, ‘The Wall’.

Ciò è ben rappresentato dalla vicenda narrata nel videoclip: la storia di un ragazzo che ha perso il padre e che si trova ad affrontare la sua perdita, a fare i conti con la vita e con “il muro” che gli sbarra la strada (la materializzazione del lutto che non gli consente di andare avanti).

Gli appassionati di fantascienza troveranno tantissimi riferimenti a viaggi e loop temporali che segnano lo sviluppo della storia.

OUT OF TIME AND SPACE è il vostro album di debutto che è stato pubblicato un anno fa. Ascoltandolo adesso, dopo che è trascorso un tempo sufficiente per assorbirlo, cosa ne pensate? quali sono le vostre sensazioni e siete ancora soddisfatti del vostro lavoro?

Fabio: Siamo molto soddisfatti di quello che abbiamo realizzato, per noi quest’album è davvero come un figlio. All’ascolto ci piace ancora moltissimo ma siamo anche consapevoli di essere cresciuti molto da allora.

Dobbiamo considerare che abbiamo iniziato a lavorare sui pezzi di quest’album nel 2020; con le difficoltà della pandemia, siamo riusciti a entrare in studio di registrazione solo nel 2022, poi abbiamo dovuto attendere altri due anni per la sua pubblicazione.

Nel frattempo siamo cresciuti e migliorati, sia dal punto di vista musicale sia nel grado di consapevolezza rispetto al sound che vogliamo raggiungere.

Siamo certi che il prossimo disco sancirà un passaggio definitivo a quello che è a tutti gli effetti l’identità musicale dei Ghost on Mars.

Certo che essere nati alla vigilia di una interruzione globale, del grande blackout mondiale, non ha giovato a vostro favore. La band nata poco prima dell’esplosione della pandemia non sarà stato facile… Il brano ‘Quarantine’ parla di quello o come sempre sto interpretando il mondo a modo mio?

Moreno: Bravissimo, hai fatto centro. Tutti i brani deiGHOST ON MARS si riferiscono alla cultura scifi e horror, in questo caso l’ispirazione è arrivata da REC, film horror spagnolo del 2007.

Tuttavia i nostri testi possiedono sempre una doppia chiave di lettura, un secondo significato, a volte più recondito; in questo caso la chiave di lettura parallela è proprio la pandemia, nello specifico l’esperienza vissuta da ciascuno di noi durante il lockdown.

Alcuni passaggi del testo, ad esempio, richiamano al senso di oppressione che molti di noi hanno provato durante la pandemia di Covid19: le rigide regole, imposte improvvisamente dai governi mondiali – giustificabili o meno – hanno creato quella sensazione, difficile da dimenticare, per cui ogni gesto sembrava essere costantemente sotto controllo.

Sempre il vostro lavoro è stato definito come ‘un viaggio musicale attraverso temi cosmici e sperimentazioni sonore che sfidano e affascinano allo stesso tempo’. E’ questo il filo conduttore che lega la musica dei GHOST ON MARS?

Fabio: Nel momento in cui la inizia, l’ascoltatore della nostra musica ha la sensazione di trovarsi in un’altra dimensione, con una logica del mondo diversa da quella che conosciamo… è quello che accade in qualsiasi film di fantascienza degno di questo nome.

I nostri brani sono complessi da ascoltare (così come da suonare), lo comprendiamo, e ci sono cose che certamente sfuggono al primo ascolto. Comprendiamo anche che questo modo di fare musica è molto lontano dalle logiche commerciali e soprattutto dai modi attuali di fruire qualsiasi contenuto artistico: siamo nell’epoca dei cinque secondi di attenzione… e forse sono stato anche ottimista.

Però chi ha la pazienza di arrivare fino in fondo, viene premiato dalla continua scoperta di nuove sensazioni e trame sonore.

OUT OF TIME AND SPACE vi ha permesso di essere apprezzati a livello artistico e musicale nella scena del ‘progressive metal’. Ricevere o darsi un’etichetta di solito è alquanto restrittivo e limitativo, a volte essere inseriti in un determinato gruppo artistico aiuta ad essere meglio riconosciuto?

Fabio: Beh, il Progressive Metal è sicuramente una delle più “sfuggenti” tra le etichette: le contaminazioni in questo genere sono talmente tante che band con sound totalmente diverso possono comunque coesistere in questo stesso filone.

La vostra musica presenta degli aspetti abbastanza complessi nella struttura, ad un attento ascolto si notano degli ottimi passaggi e fraseggi. I testi si basano su cultura sci-fi e horror… credo. Come avviene la composizione di un vostro brano? Bella l’idea di affiancare voci di differente colore. Ovviamente l’accostamento non sarà casuale. vero?

Moreno: Tutto inizia dagli spunti di Fabio: può essere un riff, una strofa o una struttura musicale già più definita. A quel punto inizio a provare delle linee vocali selezionando i pezzi che funzionano meglio . A quel punto ci riuniamo io e Fabio e facciamo un ulteriore lavoro di definizione della linea vocale e della trama musicale. Se il pezzo migliora e funziona lo portiamo in sala e con la band al completo proseguiamo nel suo sviluppo, altrimenti lo accantoniamo e ricominciamo da capo.

Per quel che riguarda l’utilizzo di registri di voce diversi tra loro assolutamente sì: essendo brani “progressivi”, il climax del brano è in continuo cambiamento, la voce segue e racconta quel mutamento… e per farlo al meglio ho necessità di attingere a tecniche vocali differenti, che mi consentono più soluzioni.

Ma brevemente parliamo adesso della vostra attività dal vivo, che per una band è quanto di più importante ci possa essere. Come va con i concerti? Com’è andata la promozione dell’album e cosa si prevede in sede dal vivo nel prossimo futuro?

Moreno: Finora ci siamo concentrati molto sulla composizione, abbiamo fatto qualche live ma per il momento solo a Roma (l’ultimo in apertura agli amici Kingcrow, al Traffic).

Il 2025 ha visto l’avvio di una collaborazione con Rock On Agency proprio per raggiungere una svolta in tal senso, intensificando la nostra attività live che ci auguriamo possa spostarsi anche al di fuori dei confini nazionali.

– State provando a lavorare su delle nuove idee?

Fabio: Più che provando, direi… stiamo proprio lavorando sulla stesura dei brani del nostro secondo disco. Un lavoro attento e certosino, per un prodotto che – ne siamo certi fin da ora – sarà qualitativamente superiore a quello precedente.

Allora attendiamo notizie…

Bene ragazzi. Grazie ancora per la vostra disponibilità. E’ sempre un piacere parlare con dei musicisti validi e ricchi di talento. Come vorreste concludere questa chiacchierata. Di certo avrò omesso qualcosa, se vi va aggiungete tranquillamente, senza dimenticare i vostri fan e amici che vi supportano e i nostri lettori di Long Live Rock’n’Roll…

Moreno:I fan e gli amici che ci sost sono ciò che ci tiene in vita, a loro va sempre il ringraziamento più grande. Così come le realtà come Long Live Rock’n Roll e i suoi lettori: il nostro obiettivo è sempre quello di costruire emozioni per chi ascolta e quando questo accade, ci sentiamo realizzati.

Grazie 1000 ed in bocca al lupo… ci vediamo a qualche vostro concerto!!!

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Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

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