Milano, 9 aprile 2025 — Mentre all’Alcatraz di Milano i fan si preparano ad assistere a uno degli eventi metal più attesi dell’anno, con BEHEMOTH, SATYRICON e ROTTING CHRIST sul palco, fuori dalla venue si consuma un altro tipo di spettacolo. Dalle 18, infatti, si sta svolgendo un “esorcismo” pubblico da parte di un personaggio che ormai da decenni mescola religione, politica, spettacolo e provocazione: David Fabbri, noto ai più come “il Vikingo di Cervia”.
Ma chi è davvero questo improvvisato “esorcista” che oggi si presenta come “diacono cacciatore di demoni”? La risposta è tutto fuorché canonica.
Il passato esuberante del “difensore della fede”
David Fabbri è un volto già noto agli italiani. Negli anni ’90, con addominali scolpiti e tanga ghepardato diventò spogliarellista di successo con alcune apparizioni in tv, tra cui Bellezze al Bagno condotto da Mastrota. Da lì passò all’Isola dei Famosi nel 2011, dove la sua breve partecipazione si concluse tra liti in diretta con Simona Ventura e accuse di complotti televisivi.
Ma la carriera mediatica non si fermò al trash televisivo. Fabbri si proclamò “pronipote di Benito Mussolini” e partecipò attivamente a eventi celebrativi a Predappio, tenendo persino conferenze davanti alla cripta del Duce. Negli anni si fece notare per gesti clamorosi, come il lancio di banane alla ministra Cécile Kyenge – rivendicato pubblicamente – e una denuncia a Laura Boldrini per “discriminazione verso gli italiani”.
Fabbri ha fondato movimenti dal sapore populista come “Lavoro e Rispetto” e “Forza Popolare”, distribuito volantini apologetici del fascismo, guidato micro-manifestazioni con urne funerarie per i sindacati, e partecipato a presidi anti-migranti brandendo crocifissi e ritraendosi al fianco di immagini di Putin.
E tra un proclama e l’altro, anche un tentativo da docente di seduzione in una taverna di Marina di Ravenna, con corsi dai titoli surreali come “cuccare o non cuccare”. Difficile scegliere l’etichetta giusta per lui: attivista, performer, estremista, showman?
L’“esorcismo” contro il metal estremo
Ora, nel 2025, Fabbri si ripresenta in scena con una tonaca da “diacono esorcista”, pronto a benedire l’Alcatraz con acqua santa e sale “per proteggere la città dalle conseguenze spirituali del concerto satanico”.
Una performance che non nasce nel vuoto: il concerto dei BEHEMOTH è finito al centro di un’ondata moralista degna degli anni ’90. Una petizione lanciata da CitizenGO ha superato le 30.000 firme, invocando la cancellazione dell’evento accusato di “glorificare Satana” e “corrompere i giovani”. Non sono mancati gli appelli della politica – tra tutti, il consigliere Michele Mardegan (FdI) – e le dichiarazioni apocalittiche di padre Francesco Bamonte, secondo cui gli show della band polacca sarebbero “rituali satanici mascherati”.
Tra crociate mediatiche e ambizioni da palcoscenico
L’ironia della vicenda è tutta qui: nel 2025, mentre le città europee si riempiono di eventi artistici che sfidano i limiti espressivi, a Milano si combatte ancora contro la “musica del diavolo”. Ma più che una lotta spirituale, sembra una guerra d’immagine, alimentata da figure borderline che usano la religione come palco e il moralismo come microfono.
La crociata di David Fabbri, che in passato ha vestito i panni del ballerino, del rivoluzionario da talk show, del militante simpatizzante, ora si traveste da esorcista da marciapiede. E ancora una volta, si ritaglia il suo angolo di visibilità. Con una mossa tanto teatrale quanto anacronistica, si pone davanti all’Alcatraz come “difensore della fede”, proprio mentre all’interno i BEHEMOTH celebrano, a modo loro, il potere liberatorio dell’arte e della musica estrema.
In fondo, che sia tanga o talare, il Vikingo rimane fedele solo a una cosa: il bisogno di riflettori.
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